• L’evoluzione relazionale dell’amministratore condominiale

    Amm. Nicolò Maggisano | Marzo 24, 2020

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    L’amministratore condominiale del futuro dovrà essere un grande comunicatore pronto a qualsiasi battaglia

    Al giorno d’oggi sentiamo parlare e dibattere in continuazione sulla normativa condominiale e della figura che deve e che può rappresentare l’amministratore condominiale all’interno delle libere professioni.

    Ci si focalizza spesso sulle capacità manageriali e imprenditoriali che deve possedere l’amministratore ma non ci si concentra su un aspetto che ai giorni nostri è (quasi) tutto: la capacità relazionale.

    Una capacità che l’amministratore deve avere nei confronti del mondo che lo circonda, in un contesto di “caoticità della vita condominiale”, fatta di frenesia e di problematiche quotidiane tra le più svariate, dove l’amministratore è chiamato a risolverle tutte con solerzia.

    Soprattutto però, è chiamato quotidianamente a dirimere tutte le questioni che si creano all’interno di ogni stabile, tra i vari condomini dirimpettai di pianerottolo e/o di piano.

    Allora? Cosa bisogna fare in questi casi? Come deve agire l’amministratore? Deve protendersi verso una parte piuttosto che dall’altra, magari perché “il condòmino x” ha più millesimi o porta più voti in assemblea rispetto “al condòmino y”?

    Assolutamente no!

    Deve mantenere la capacità di essere neutrale vestendo i panni di un vero e proprio politico dei giorni nostri cercando di scendere in campo tra la gente e con la gente, tirando fuori tutto il suo coraggio.

    Ergendosi, dunque, a baluardo di quella veridicità e schiettezza che molto spesso le persone comuni cercano tra le istituzioni senza mai trovarne traccia di risposta.

    Saper stare tra la gente, oggi giorno, può sembrare una banalità in un mondo dove tutto è social ed estremamente connesso: ma credetemi se vi dico che non lo è affatto.

    Questo perché se la connessione e l’interscambio della rete da una parte ha apportato quella velocità e tempestività di condivisione di informazioni che mancava, dall’altra ha portato le persone a distaccarsi dalla realtà e dalle relazioni umane.

    Interagire nel Condominio, per l’amministratore, non vuol dire solamente svolgere le adunate assembleari ordinarie e straordinarie durante l’anno della propria gestione, ma bensì muoversi dal proprio ufficio e andare presso gli immobili che si ha in gestione, sorridendo, stringendo mani ascoltando chi ha di bisogno cercando con la propria presenza di trasmettere tranquillità e consapevolezza nell’avere il polso della situazione, infondendo il coraggio che a qualsiasi problematica si incontra vi sarà anche una soluzione.

    Le soluzioni, ovviamente, dovranno arrivare dallo studio e dalla conoscenza metodica della materia condominiale che ogni professionista deve necessariamente possedere.

    È ovvio che gestire una relazione personale con i condòmini sia più facile quando l’amministratore ha un numero di Condomini non superiore a 10, forse 15.

    Superata tale soglia è necessario strutturarsi ed organizzarsi in altro modo, seppur sempre nell’ottica di assicurare tale servizio che, se svolto accuratamente, può rappresentare un valore aggiunto. Tuttavia se si abituano i clienti a tale sistema poi, non riuscire a mantenerlo, potrebbe portare gli stessi a percepire un allontanamento del loro rappresentante legale; che dunque, secondo loro, avrebbe iniziato a trascurarli.

    Questo vuol dire che un amministratore non possa incrementare il suo parco clienti?

    Ovviamente no e le soluzioni per bilanciare il desiderio di maggiori Condomini con il mantenimento del giusto livello di interazioni, sono molteplici: dall’esternalizzare attività che non richiedono necessariamente la propria personale manodopera (esempio: la contabilità, la fiscalità, la gestione delle chiamate telefoniche, etc.) al dotarsi di collaboratori che a turnazione passino presso il Condominio con tanto di segni distintivi del titolare per fare in modo che i condòmini continuino ad identificare  nell’amministratore, quel dato soggetto che si prende cura di loro.

    Avere fiducia in se stessi, è l’essenza dell’eroismo e l’amministratore condominiale del futuro prima di tutto dovrà per necessità essere un grande comunicatore pronto a qualsiasi battaglia che gli si porrà dinnanzi al suo cammino professionale con la coscienza di rappresentare se stesso come un inossidabile guerriero dall’armatura scintillante scevro dalla critiche e dal logorio della vita moderna.

    Il futuro è vicino e presto o tardi, la nostra categoria subirà il tanto agognato riconoscimento che merita.

    Ma nel frattempo noi amministratori e gestori di beni immobiliari per conto terzi, dobbiamo cercare di lavorare su noi stessi: sia come conoscenza tecnica della materia, sia sotto il punto di vista psicologico-relazionale verso i terzi; poiché necessario nella modernità dei tempi correnti e futuri.

    Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che faremmo tutti i giorni che verranno dipenderà da quello che faremmo oggi.

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    Amm. Nicolò Maggisano

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