• Formazione professionale per gli Amministratori di Condominio a date da destinarsi

    Avv. Michele Zuppardi | Marzo 24, 2020

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    Mentre Università e Tribunali trovano sistemi per superare l’empasse, cosa fanno le associazioni di categoria?

    Formazione a distanza, ovvero “l’insieme delle attività didattiche svolte all’interno di un progetto educativo che prevede la non compresenza di docenti e discenti nello stesso luogo”.  

    Un concetto semplice, oltremodo banale, descritto su wikipedia con ingenua ovvietà che mai come oggi suona allo stesso tempo “strano” ed impone provocatoriamente, agli amministratori di condominio e ai nuovi candidati alla professione, spontanei e curiosi interrogativi sull’immediato futuro legato all’aggiornamento obbligatorio e ai corsi base impediti e minacciati dall’infausto pericolo Covid-19.

    Nel generale e ingiustificato silenzio, le famose quindici ore di formazione continua e le settantadue ore basiche che il D.M. 140/2014 consente di effettuare “anche in via telematica, salvo l’esame finale che si svolge nella sede individuata dal responsabile scientifico“, sembrano diventate futuristiche “opzioni” condizionate agli esiti incerti dell’emergenza virale, e perciò inesorabilmente rinviate ad eventuali, possibili e non urgenti “date da destinarsi”.

    Così, mentre si avvicendano i decreti rettorali delle Università finalizzati a consentire il sostenimento degli esami “a distanza” con tanto di verbalizzazione telematica, e mentre nei Tribunali ci si attiva per celebrare i processi attraverso “skype for business” e “teams” in attuazione del recentissimo D.L. 11/2020, nel ramo delle amministrazioni condominiali è tutto inesorabilmente fermo stante l’impedimento ad oltranza ad uscire di casa.

    E cosa dire degli avvocati, dei commercialisti, dei notai, dei consulenti del lavoro, degli architetti, dei geometri e dei periti industriali, i quali hanno subito affrontato il problema e tracciato linee di condotta in aderenza alle proprie specifiche esigenze di apprendimento e di aggiornamento, a dispetto degli amministratori condominiali anche stavolta lasciati da soli, in silenzio, ad aspettare e sperare?

    E ancora, se ai tempi del coronavirus è difficile immaginare la imminente e reale necessità di consentire la continuità della formazione di base per i nuovi adepti, quali iniziative si sono ad oggi intraprese per garantire all’esercito degli operatori già attivi il rispetto delle regole deontologiche di aggiornamento unitamente alla piena validità delle relative, necessarie certificazioni?

    Dov’è – insomma – la capacità di un intero settore di prevedere e organizzare il proprio futuro, di pretendere l’ascolto e la vicinanza delle istituzioni, di esprimere con fermezza la sua sana vitalità che pure esiste e si traduce ogni giorno in atti concreti di conservazione del patrimonio immobiliare italiano?

    Troppe domande, forse.

    Ma tutte oltremodo necessarie per analizzare a fondo qual è il motivo di tanta indifferenza nei confronti di una professione che oggi, al confronto di altre, subisce pesantemente – anche nel settore della formazione – i contraccolpi derivanti dal disinteresse del legislatore e delle rappresentanze associative, e resta ferma con il “cappello in mano” ad attendere – spesso invano – le necessarie garanzie di vera crescita e di sana competizione sul mercato.

    Corsi “base” a parte, a noi sembra che per gli amministratori di condominio molti ritengano più “opportuno” e favorevole attendere la fine dell’estate, sperando nel dissolvimento dello spettro del coronavirus e quindi nella risoluzione “spontanea” di ogni necessaria obbligatorietà di aggiornamento “al minimo sindacale” imposta annualmente dalla norma entro i primi giorni del mese di ottobre.

    Certo che i decreti licenziati dal Presidente del Consiglio, in questi giorni convulsi, possono a malapena dettare precisi eppur generici obblighi di prudenza e massimo isolamento, e sono ovviamente lontani dall’entrare nel merito delle molteplici esigenze poste dai diversi comparti dell’Italia che lavora, le quali richiedono molto, troppo tempo da spendere per la ricerca di appropriate e condivise soluzioni.

    E se la gestione condominiale riesce con estrema difficoltà a fare i conti con i “metri di distanza” obbligatori, se una pur semplice valutazione delle opzioni tecnologiche da attivare in luogo delle assemblee “fisiche” diventa già di per sé una fatica abnorme, a molti amministratori sembra e sembrerà dunque poco realistico pretendere ed ottenere soluzioni rapide in ordine alle proprie necessità formative e nel pieno rispetto delle disposizioni di legge.

    Il coronavirus passerà e tutti speriamo che ciò accada il più presto possibile, ma non si può e non si potrà prescindere da una seria ed efficace rivisitazione legislativa al passo con i tempi e con le crescenti responsabilità degli addetti ai lavori.

    Spetta al potere numerico delle associazioni maggiormente rappresentative, in primis, avviare e sostenere il necessario confronto con i poteri decisionali dello Stato, e spetta all’universo degli altri numerosi sodalizi del ramo, ancora, mantenere fede agli obiettivi statutari ed operare con impegno per la reale ed effettiva promozione sociale degli amministratori di condominio.

    Intanto, per favore, che si affronti l’emergenza senza fare spallucce sulla formazione e sull’aggiornamento professionale, magari consentendo di poter sostenere gli esami anche in via telematica.

    E indipendentemente dalle soluzioni urgenti che saranno richieste e dettate in considerazione di questa particolare e transitoria condizione, prendiamo atto che lo studio e la ferrea preparazione sono le uniche armi davvero necessarie per combattere l’isolamento e guadagnare ogni giusto e meritato riscatto.

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    Avv. Michele Zuppardi

    Avvocato civilista cassazionista, giornalista pubblicista. Collaboratore di numerose testate giornalistiche a diffusione locale e nazionale sin dai tempi della maturità classica, negli ultimi anni si è particolarmente dedicato all’approfondimento di temi giuridici condominiali Viale Trentino, 79 - 74121 Taranto TA 099 735 3000 postazuppardi@gmail.com http://www.studiozuppardi.it
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