L’amministratore di condominio dopo lavorista: analisi di un fenomeno
Nell’amministrazione dei condomini esiste la “terra di mezzo”, più semplicemente “il dopo-lavoro” o “secondo lavoro“.
Tranquilli…in questo articolo non prenderemo in considerazione i divieti di concorrenza o correttezza disciplinati dal codice e penale. Diversamente, cercheremo di capire se il dopolavorista sia utile per il condominio.
La terra di mezzo dell’amministratore di condominio esiste.
Questo articolo, senz alcuna nota polemica, cercherà di identificare le prerogative del cosi detto “amministratore di condominio come secondo lavoro” partendo dall’approfondimento del concetto di lavoro come professione.
Così facendo il lettore attraverso una lettura più critica del significato della parola “lavoro” e “professionalità”, può scoprire il duplice carattere dell’amministrazione condominiale come concetto di lavoro necessario da un lato, e professione dall’altro, ovvero, la dimostrazione di una contraddizione.
- Il dopolavorista del pubblico o privato;
- Il dopolavorista professionista.
L’amministratore di condominio dopolavorista del pubblico o privato
Per coloro che sono nel pubblico impiego, ma anche nel settore privato, esiste un contratto vincolato per cui, se si vuole avviare una seconda attività occorre essere autorizzati, e qui iniziano le problematiche incontrate dai dipendenti pubblici che vogliono affacciarsi alla professione dell’amministratore di condominio.
Le problematiche sono degli ostacoli non indifferenti. In altre parole, esiste una confusione dove la fa da padrona la discrezione dell’amministrazione pubblica o privata nel rilasciare il benestare per una attività, che viene ritenuta più o meno compatibile con l’impiego esercitato.
Spesso il dipendente per timore di correre il rischio di perdere il proprio lavoro, preferisce esercitare nella “terra di mezzo”, piuttosto che esporsi in richieste negate o che rimangono nel limbo dell’ufficio del personale.
Da lì nasce il dopo lavoro dell’amministratore di condominio. Ma può essere davvero svolto in modo efficiente come secondo lavoro?
Il muro dell’incompatibilità del mondo di mezzo nell’amministrazione condominiale
Si può esercitare la professione di amministratore di condominio come secondo lavoro?
La risposta cambia in funzione di come si formula la domanda:
- Si può esercitare la professione di amministratore di condominio come secondo lavoro? No
- Si può esercitare l’attività di amministratore di condominio come secondo lavoro? Si
Abbiamo capito che la chiave di lettura è nella parola professione. Il vocabolario Treccani definisce professione come:“Qualità di chi svolge il proprio lavoro con competenza, scrupolosità e adeguata preparazione professionale”
Quindi, chi esercita l’attività di amministratore di condominio, come secondo lavoro, rischia di certo di essere meno efficiente rispetto a chi esercita la professione di amministratore di condominio in modo prevalente.
Chi si dedica all’attività di amministratore, in subordine ad un altro impiego, vuoi pubblico o privato, non può certamente dedicare lo stesso grado di competenza, scrupolosità e preparazione come richiesto dalla definizione di professione stessa.
Vediamo la stessa domanda formulata in ottica delle prescrizioni di legge, con codice civile alla mano: si può esercitare la professione di amministratore di condominio come secondo lavoro? la risposta stavolta sarà “SI”.
Questo denota una mancanza del termine professionalità nell’amministrazione condominiale che fonda le sue radici nelle carenze delle iniziative che la regolamentano.
L’amministratore di condominio dilettante
Le qualità che distinguono il professionista dal dilettante sono: la competenza, la costanza, l’impegno, la scrupolosità e il tempo.
Detta così, sembrerebbe che l’amministratore di condominio dilettante non possa sedersi neanche in panchina, ma attenzione, colpo di scena, il dilettantismo nell’amministrazione condominiale non è tollerato, ma normato, e magicamente lo trovate in attacco con la fascia da capitano …
Ma chi è stato?
E’ stato normato, o meglio esiste un vuoto normativo … fermi tutti … esiste perché esistono norme che semplificano l’attività di amministratore di condomini al limite dell’inverosimile … ecco così va meglio.
E magicamente il termine amministratore di condominio professionista decade quando gli stessi requisiti di professionalità sono stati derogati dal secondo comma dell’art. 71-bis delle disposizioni di attuazione del codice civile:
– essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado;
– aver frequentato un corso di formazione.
Eccola lì, tanta fatica per niente!!!
Praticamente l’amministratore di condominio dilettante allo sbaraglio diventa il potenziale concorrente della corrida di Corrado.
L’amministratore di condominio dopolavorista o “sovrapponista” professionista
La concomitanza dell’esercizio di più professioni in capo allo stesso soggetto (che è anche amministratore di condominio) è un dato di fatto, accettata dagli albi professionali, tollerata dai condòmini, ma che nei fatti può rilevarsi una sovrapposizione.
Quello che porta una persona a fare delle scelte, in questo caso sovrapporre una professione ad un’altra, è la motivazione. Allora partiamo dalla parola stessa “motivazione”.
Per wikipedia la motivazione può essere definita come “l’insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta”.
Nel momento in cui nella motivazione potrebbe esserci una sovrapposizione, fallisce lo stesso concetto di motivazione, perché non si capisce la meta.
La professionalità nell’amministrare un condominio
Le persone che raggiungono traguardi straordinari si concentrano su un solo obiettivo, e per questo raggiungono il successo. In altre parole, sono le persone più produttive che individuano un’area, e cercano di migliorarla producendo il massimo risultato.
L’amministrazione condominiale è un lavoro complesso che assorbe il tempo come la batteria di un cellulare. I condomini ti consumano, anzi ti succhiano letteralmente l’energia vitale dal corpo con 1000 problemi e mille paranoie.
“L’energia e il tempo è una risorsa che se limitata o dispersa frutta pochi risultati.”
Insomma, la teoria dell’ottenere il massimo con il minimo sforzo non è un concetto chiave dei risultati positivi nella gestione di un condominio.
Conclusioni
Abbiamo capito che il dilettantismo è normato, che l’attività non è professione e che la motivazione potrebbe essere sovrapposizione.
Consoliamoci… se il termine “lavoro” deriva dal latino che significava “pena” “sforzo” “fatica” “sofferenza” e ogni attività penosa, pensate al termine “doppio lavoro”.
Caro amministratore di condominio professionista, non rammaricarti per quello che hai perduto, o per quello che non hai avuto, ma esulta per quello che conseguirai domani!