Caro amministratore di condominio, smettila di fare beneficienza
Che ti piaccia o meno tu lavori per i soldi. Se così non fosse vorrebbe dire che sei sufficientemente ricco da poter lavorare solo per il piacere di farlo.
Intendimi bene, non sto dicendo che il lavoro che fai non ti aiuti a crescere, a migliorarti, a confrontarti, ecc.., sto soltanto affermando che così come l’uomo primitivo andava a caccia di bestie inferocite per potersi sfamare con la carne, coprirsi con la pelliccia, creare punte con i denti, ecc.. tu vai in assemblea, davanti a condomini inferociti, per portare a casa il denaro che ti consentirà di comprare quelle cose che un tempo i nostri antenati non trovavano al supermercato.
E allora per quale motivo ho la sensazione, anzi la certezza, che la maggior parte degli amministratori di condominio in Italia non porti a casa sufficienti denari per potersi paragonare al Sapiens quando faceva caccia grossa?
Per quale motivo l’amministratore di condominio continua ad affogarsi nei problemi nel tentativo di convincere i Clienti della propria professionalità anziché focalizzarsi sul portare a casa della bella ciccia, conseguenza di un lavoro ben fatto, ma anche di obiettivi ben definiti, chiarezza di intenti e determinazione a profusione?
Troppo spesso i professionisti, amministratore di condominio compreso, dimenticano di dover mandare avanti un’impresa che deve portare profitto, rendersi sostenibile nel tempo, garantire il pagamento degli stipendi e, perché no, crescere costantemente conquistando fette di mercato sempre più consistenti. Fare impresa vuol dire fare questo non trasformarsi in SOLUTORE DI PROBLEMI CONTO TERZI e, per giunta, lamentarsi per la condizione raggiunta.
Nessun ente statale, regionale o provinciale si prenderà mai a cuore lo status dell’amministratore di condominio e il motivo principale è che è l’amministratore stesso a non farlo, basta guardare la scarsissima predisposizione che ha nell’aggregarsi nel tentativo di raggiungere un fine comune.
Divisioni costanti ed inutili lotte intestine alla categoria per dimostrare chi ce l’ha più lungo e, alla fine, tutti perdono, tutti capiscono di averlo corto, anzi tutto l’opposto. Se solo ne prendessero consapevolezza, smetterebbero con queste inutili misurazioni e si unirebbero per avere una forza contrattuale maggiore.
Alla luce di ciò cosa ti rimane da fare? Cosa può fare un amministratore come te, solo, indipendentemente dal fatto che tu abbia un piccolo studio o uno grande? Su cosa puoi focalizzarti per uscire dall’angolo dove ti sei riparato per prendere fiato? Come fai a saltare fuori dalla ruota del criceto?
Ti suggerisco di cominciare da:
- Cambiare il tuo atteggiamento mentale per agire proattivamente e massivamente, anziché lamentarti;
- Fissare degli obiettivi chiari, specifici, misurabili, realistici e con la “data di scadenza”. Un’idea diventa un progetto soltanto quando si definisce una data di attuazione, altrimenti rimane un desiderio;
- Smetterla di correre dietro a tutto e a tutti per paura di perdere il condominio, tanto, anche trasformandoti in zerbino li perderesti ugualmente. È già successo, non raccontarti frottole;
- Rispettare le scadenze che metti in agenda smettendo di procrastinare;
- Prenderti mezz’ora di tempo al giorno per pensare a come far crescere la tua impresa;
- Frequentare corsi di formazione che puntino a darti una visione più imprenditoriale fornendoti gli strumenti, le competenze e la visione che ti servono per fare crescere il tuo business e non i problemi.
Stampa articoloGli Amministratori di Condominio sono tutti uguali (fino a prova contraria)